Il monaco cistercense non è nacessariamente un Sacerdote, la regola di S. Benedetto ne prevedeva solo per le necessità liturgiche del monastero, quindi per l'unica celebrazione dell'Eucarestia prevista, quella domenicale.Con la riforma di Papa Gregorio Magno però cambia il ritmo celebrativo che da settimanale diviene quotidiano con la conseguente necessità di aumentare i presbiteri.
Nel tempo i monasteri divennero centri di cultura, ma soprattutto "fortezze" di preghiera, il cui compito era pregare per la salvezza di tutta la Cristianità.Nella vita quotidiana, i monaci ripristinano il lavoro manuale e agricolo destinato ai servi della gleba.





Nelle chiese costruite in legno, poi in pietra e mattoni, come a Chiaravalle e Morimondo, è vietato l'uso di materiali preziosi per i vasi sacri, i parametri sono senza varietà di colore e qualità.
Tutta la vita si svolge prevalentemente in un clima di silenzio.
La caratteristica principale della vita monastica è ancora oggi l'orario quotidiano.
La Regola divide le attività giornaliere dei monaci sul "sacro numero sette".Le sette ore dell'ufficio Divino: Le Lodi, Prima, Terza, Sesta, Nome Vespri e Compieta.La preghiera notturna trova fondamento nelle parole del Salmo 118 che dice: "nel cuore della notte mi alzo a renderti lode". Per quanto riguarda l'ordine della preghiera i monaci osservano alla lettera la Regola che divide i 150 Salmi del Salterio in parti uguali durante la settimana.



Una riforma così radicale - che prevede il ritorno all'osservazione della regola Benedettina e che contempla l'omissione di inni cantati ovunque, la non evidenziazione di feste e tempi liturgici particolari, l'omissione di varie commemorazioni di santi, la drastica riduzione delle processioni, la non divesificazione della quaresima - solleva contestazioni in tutto il mondo monastico del tempo.
Tutto questo in virtù di ciò che ai cistercensi è più caro: l'interiorizzazione della preghiera.
Anche nel canto gregoriano, le frasi troppo esuberanti vengono semplificate e abbreviate, non è ammesso nessuno strumento musicale, solo più tardi viene introdotto l'uso dell'organo e nel 1700 l'orchestra.
I libri sono rari e costosi e prevalentemente si canta a memoria.
Ma vi è una liturgia che riguarda le celebrazioni della S. Messa e dell'ufficio Divino, vi è anche quella meno nota che riguarda gli atti comuni della giornata come il presentarsi a tavola o intraprendere un viaggio: secondo la Regola non si deve cominciare nulla senza rendere Grazie al Signore, con una particolare preghiera "perchè in tutte le cose Dio venga glorificato".